Stefano Farina di Novi Ligure

Gare:
n° 209 gare arbitrate in Serie A
n° 100 gare arbitrate in Serie B
n° 60 gare Internazionali (Top class Refree)

Finali:
Finale Supercoppa Italiana Lazio – Inter (anno 2000)
Finale Supercoppa Italiana Juventus - Parma (anno 2002)
Finale Supercoppa Europea Barcellona - Siviglia (anno 2006)

Premi Nazionali:
1986/87 Miglior Arbitro regionale promosso alla CAN D
1990/91 Miglior Arbitro CAN D promosso alla CAN C
1993/94 Miglior Arbitro CAN C promosso alla CAN A/B
2002/03 Miglior Arbitro Internazionale

Curiosità:
Unico arbitro nella storia italiana ad effettuare il debutto in Serie C1 dopo aver diretto una sola gara di Serie C2.
Dal 2006 Rappresentante degli arbitri in attività

 

 

 

 

A Farina il “Quattro Mori”

LIVORNO. Ritorna il Premio Nazionale “Quattro Mori”. Ritorna dopo otto anni. Ad aggiudicarselo è Stefano Farina: arbitro internazionale di Novi Ligure, trapiantato a Roma. Un fischietto di una stupenda carriera sui campi di serie B (100 partite), serie A (209 gare) e a livello internazionale (60). Interpreti fedeli di un modo di arbitrare che ha avuto: «In Piero Ceccarini e Marcello Nicchi – sono sue parole - due modelli di riferimento. Come loro ho sempre cercato il consenso attraverso il rispetto delle regole». «Il regolamento - aggiunge - deve essere uguale per tutti. Grandi e piccoli club. Morale ed etica sono sempre stati i nostri punti di riferimento anche quando siamo stati massacrati».
Ad ascoltare le sue parole, presso l’Hotel Continental di Tirrenia (sede presso la quale si è svolta l’importante cerimonia il giorno 18 dicembre), mentre riceve il premio dalle mani di Piero Ceccarini, una platea di giovani e vecchie giacchette nere. Tra loro Luca Banti, l’assistente internazionale Alessandro Griselli  (da poco designato per gli eurpoei 2008) Giorgio Niccolai, Fernando Tani, ex grande arbitro di serie A e attuale responsabile, a livello regionale, delle designazioni degli arbitri di seconda categoria, e l’ex internazionale Marcello Nicchi. E poi Vittorio Viola (arbitro benemerito), Giovanni Curia, l’avvocato Biagioni, Massimo Minuti, nella doppia veste di ex arbitro e di assessore allo sport del Comune di Collesalvetti. Coordina i lavori, spesso con frizzante ironia, il giovane Giacomo Stefanini arbitro emergente, da tre anni nella Can C, di una sezione che, come tradizione e attualità, ha pochi uguali non solamente in Italia. Ma l’annuale festa degli arbitri labronici è anche l’occasione per la consegna di altri premi importanti.
Il Premio Felice Elis Mesuraca, istituito per la prima volta nel lontano 1991, va a Stefano Dell’Erario, un giovane in rampa di lancio. Enrico Lenzi, assistente in serie C, si assicura invece, il Premio Antonio Ennas, istituito nel 2002 per ricordare un guardalinee (un tempo si chiamavano così) di serie A degli anni cinquanta.
Gianni Bichisecchi si porta a casa il Premio Fulvio Cionini, creato quasi quaranta anni fa (1971) per ricordare un ragazzo deceduto quando stava per fare il proprio esordio arbitrale, in seconda categoria. Infine,il Premio Mario Cambi, il più prestigioso dopo il “Quattro Mori”, finisce nelle mani di Edoardo Raspollini, un concentrato di simpatia, bravissimo anche sui campi verdi che, quest’anno, ha fatto il proprio esordio nella can D. A fare gli onori di casa, all’iniziativa patrocinata dal Comune di Livorno, il presidente provinciale Aia, Piero Ceccarini. Al suo fianco il giudice sportivo Giovanni Ungaretto, Vittorio Bini, vicepresidente del Comitato regionale Aia, Stefano Farina e l’assessore Attilio D’Alesio. Un D’Alesio in piena sintonia con il mondo arbitrale: «Nel calcio più che in altri sport abbiamo davvero tanto bisogno del rispetto delle regole e dell’etica sportiva.
A livello agonistico – aggiunge - come livornesi, abbiamo ottenuto e stiamo ottenendo risultati straordinari. Come sportivi, con oltre sessantatremila praticanti, siamo a livelli altissimi. La speranza è di avere presto, anche in campo arbitrale, dirigenti ai massimi livelli nazionali». Il riferimento è a Piero Ceccarini, indiziato a salire le scale dirigenziali nazionali per serietà, capacità
e blasone sportivo (ex internazionale). Proprio Ceccarini, nella presentazione della serata, ha parole d’elogio per Stefano Farina: «Un arbitro che ha condiviso con me e Marcello Nicchi un modo arbitrale che cerca soddisfazioni solo a livello sportivo. Per questo sono stato contento che la sezione lo abbia votato all’unanimità».
Il Premio Quattro Mori, viene assegnato, con scansione biennale: “all’arbitro o dirigente che si particolarmente distinto a livello nazionale”. Prima di Farina nel periodo 1985-1999 (data di sospensione) ad aggiudicarselo sono stati tra gli altri: Paolo Bergamo, Luigi Agnolin, Giulio Campanati, Rosario Lo Bello, Paolo Casarin, lo stesso Piero Ceccarini, Marcello Nicchi e, alla memoria, Martino Ceccanti.
Un Nicchi, attuale osservatore alla Can, pronto al grande salto. Alle prossime elezioni si candiderà, infatti, alla carica di presidente nazionale Aia. Piero Ceccarini ricorda, infine, le punte di diamante della propria sezione cominciando da Luca Banti (arbitro
di serie A). E poi Gianluca Vuoto, Giacomo Stefanini e Marco Bolano (in serie C), Carina Vitulano, presente in sala in dolce attesa, e Edoardo Raspollini in Can D. Come assistenti Alessandro Griselli (internazionale) e Giorgio Niccolai (serie A), Enrico Lenzi (serie C), Giacomo Martelli e Francesco Del Moro nella Can D. Insomma, quanto basta e avanza, per poter dire che come
livornesi siamo al top